le "manganellate a capocchia" di Morelli dovrebbero essere manganellate date senza motivo e provocazione (mi pare questo il caso visto il filmato e le testimonianze) e non manganellate ALLA capocchia.
Se ti aspetti testimonianza dalle forze dell'ordine, che girano coi fazzoletti sul viso e senza numero identificativo apposta, puoi aspettare. Puoi leggere i comunicati dei sindacati o della questura, ma io purtroppo so per esperienza dove sta la ragione. _________________ Giorgio Gaber Un Uomo Giusto, l'Unico.
"Giustizia è punire ma poi perdonare, Umanità è comprendere e aiutare"
Bè l'unica cosa che si intuisce dai filmati è che comunque hanno cercato di forzare il blocco dei celerini e qualcuno si è messo a spingere urlando vai vai!
Io non credo all'infiltrato dei centri sociali, perchè la storia dei centri sociali in cerca di visibilità mi ha sempre fatto un po' ridere.
Diversissimo di quando a Genova si sono messi a manganellare persone sedute per terra con le braccia alzate, e si sa lì come è andata a finire.
Il problema che vorrei che passasse è che vedere i blocchi di polizia come il male assoluto e gli strumenti dei potere non aiuta a risolvere nessun problema, perchè rimangono comunque persone che lavorano e che vengono mandate allo sbando senza il minimo di preparazione, o forse proprio in ragione di quello, per aumentare il rischio che sclerino.
Sono pedine schiacciate dallo stesso ingranaggio della guerra tra poveri. _________________ Orwell "La fattoria degli animali".
Le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.
Ecco il reportage di Zoro di quella giornata, secondo me si vedono cose interessanti anche se poi fa parlare tutti quelli che erano in piazza quel giorno (disabili compresi):
_________________ Orwell "La fattoria degli animali".
Le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.
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Due anni fa, più o meno a novembre, scrivevo L'inferno sotto l'Abruzzo e pubblicavo il video che potete vedere qui sopra, nel quale venivano denunciati tutti gli effetti dell'idrogeno solforato e dell'anidride solforosa delle raffinerie di idrodesulfurizzazione. In Abruzzo le chiamano Centro Oli, come se, in mezzo ai filari di montepulciano, in fin dei conti non si producesse altro che olio d'oliva.
Fino ad oggi, gli abruzzesi sono riusciti a risparmiare alla loro splendida regione gli effetti devastanti della petrolizzazione selvaggia. Da domani, invece, saranno fottuti. Non importa se il picco del petrolio è vicino. Non importa se il petrolio abruzzese fa schifo. Non importa se abbiamo dimostrato che si può facilmente rovinare l'ecologia di un'area ai confronti della quale l'Italia è un foruncolo, aprendo canali di comunicazione con l'inferno per chiudere i quali, secondo alcuni, l'unica speranza è un esplosione nucleare.
Ecco, nella lettera di Iolanda, il destino di una regione e probabilmente anche di quelle limitrofe.
LA PETROCELTIC HA VIOLATO LA CONVENZIONE DI ARHUS
lettera al blog di Iolanda Di Simone
Caro Claudio,
sono un'Abruzzese non colpita dal terremoto ma da un'altra calamità che si sta abbattendo sulla nostra meravigliosa regione: il Centro Oli.
Non si tratta ahimè di un'iniziativa per promuovere il nostro buon olio, ma di una raffineria di idrodesulfurizzazione del petrolio, una delle attività tra le più pericolose e devastanti per l'ambiente e la salute umana.
La nostra regione vanta la presenza di beni ambientali unici che ci hanno dato il titolo di "Regione verde d'Europa" e, come immaginerai, se il Centro Oli si farà sarà la fine dell'Abruzzo così come lo conosciamo. Il nostro patrimonio naturale, nonché gastronomico, e la salute di tutti i cittadini saranno compromessi inesorabilmente.
La Petrolceltic ha intenzione di trivellare i nostri mari alla ricerca di petrolio. Ma quale petrolio? Si tratta di petrolio di bassa qualità, che quindi richiede procedure di raffinazione molto inquinanti: aria, mare e terra non saranno più gli stessi.
Noi vogliamo quindi agire prima che lo trovino, perché a quel punto sarà troppo tardi. Finora (la battaglia è iniziata nel lontano 2007!) le trivelle sono state fermate grazie alle azioni della prof. Maria Rita D'Orsogna, che sta portando avanti questa battaglia d'oltreoceano (vive e lavora a Los Angeles) insieme a volenterosi cittadini che cercano di riunirsi come possono in comitati, raccogliendo firme e informando la popolazione. Ad ogni tentativo di trivellazione arrivano le tesi di contrarietà della professoressa e dei cittadini, e finora sono riusciti a fermarli.
Ma poco tempo fa la Petrolceltic è tornata all'attacco agendo di nascosto: disonestamente ha pubblicato il bando in MOLISE e solo dopo un mese ha inserito un piccolo articolo sul Tempo d'Abruzzo!!! Così non c'è stato modo di informare la popolazione in tempo e domani scade il tempo utile concesso dal ministero per presentare tesi di contrarietà.
Il loro comportamento è contro la Convenzione di Arhus e contro la decisione del capo della commissione UE all'energia, Gunther Oettinger, che proprio pochi giorni fa, il 7 luglio, ha chiesto il FERMO IMMEDIATO DI TUTTE LE CONCESSIONI PETROLIFERE nei mari europei.
La vicenda è piuttosto lunga e potrei darti maggiori informazioni, ma non vorrei dilungarmi ulteriormente.
Vorrei lasciare però a tutti i lettori del blog alcuni approfondimenti, se avranno voglia di interessarsi alla vicenda:
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Io sto cercando nel mio piccolo di diffondere la voce il più possibile.
Ti ringrazio molto per il tuo ottimo lavoro e il tuo impegno nel diffondere la VERA informazione.
Un caro saluto
Iolanda
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"Giustizia è punire ma poi perdonare, Umanità è comprendere e aiutare"
I cittadini aquilani scrivono a Maroni
Al Ministro degli Interni On. Roberto Maroni,
Signor Ministro, abbiamo letto le Sue dichiarazioni riguardo la richiesta di indagine per verificare i fatti accaduti durante la manifestazione degli aquilani a Roma del 7 luglio scorso. Chi le scrive è l’assemblea dei cittadini del presidio di Piazza Duomo, promotrice di quella manifestazione. La presente è per portare alla sua conoscenza degli elementi in grado di aiutare lo svolgimento dell’inchiesta. Abbiamo sentito il capo della Digos di Roma, il Questore di Roma e anche il capo della Polizia, dott. Manganelli, evocare la presenza di elementi esterni a noi estranei che avrebbero agito da agenti provocatori. La informiamo che di quel che è accaduto gli unici responsabili siamo noi, cittadini aquilani, madri, padri, figlie e figli.
Di questo CI ASSUMIAMO TUTTI UNITI PIENA E UNICA RESPONSABILITA’. Tutto il resto sono delle assolute falsità...
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E allora…denunciateci tutti.
Siamo venuti oggi a conoscenza delle denunce nei confronti di due partecipanti alla manifestazione degli aquilani a Roma del 7 di luglio.
Ribadiamo quanto espresso ieri dall’assemblea cittadina nella lettera indirizzata al Ministro degli Interni On. Maroni: di quanto è accaduto durante la manifestazione i promotori si assumono la piena ed unica responsabilità.
I cittadini aquilani hanno partecipato numerosissimi a quella manifestazione, partendo con oltre 40 pullman dalla città. Voler negare il fatto che erano i terremotati a chiedere diritti e ad urlare la propria rabbia è un’offesa nei confronti di chi, tra mille difficoltà, ha scelto di essere in piazza a Roma.
Dopo averci espropriati del diritto ad essere protagonisti della ricostruzione della nostra città ora si sta tentando in tutti i modi di nascondere l’evidenza del fatto che ERAVAMO NOI ad urlare sotto i palazzi del governo...
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"Giustizia è punire ma poi perdonare, Umanità è comprendere e aiutare"
Ad accorgersi del nuovo "pacco" che il governo italiano sta per regalare all'Abruzzo e al centro Italia, progettando di trasformarlo in una vera e propria polveriera, è stato un deputato catalano del Parlamento europeo, Raül Romeva i Rueda, del gruppo Verdi/A.L.E.. L'unico ad aver presentato, martedì scorso, un'interrogazione prioritaria per chiedere l'intervento immediato dalla Commissione europea contro il progetto Snam di gasdotto denominato "Rete Adriatica" ma che in realtà corre per quasi un quarto del suo percorso nel bel mezzo delle zone appena interessate dal devastante terremoto del 6 aprile 2009. Gli aquilani, a differenza dei cittadini marchigiani e umbri che da qualche tempo hanno costituito il comitato «No Tubo», se ne stanno accorgendo solo ora che, come pugili suonati, cominciano appena a riprendere fiato e a potersi occupare d'altro oltre che a rimettersi semplicemente in piedi. Ad aiutarli, i conterranei di Sulmona, dove dovrebbe sorgere anche una centrale di compressione gas, che hanno messo su la rete di associazioni «Cittadini per l'ambiente». «È una cosa assurda, forse non è si è compreso a quale rischio sismico siamo sottoposti: cosa sarebbe accaduto se fosse stato già in funzione durante il sisma aquilano?»...
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"Giustizia è punire ma poi perdonare, Umanità è comprendere e aiutare"
La vita nel cuore dello sciame
Il paese delle 400 scosse
Bivacchi in strada e notti nelle auto con il fantasma del terremoto
MONTEREALE (L’Aquila) — La vita capovolta comincia sotto la doccia. Federico De Santis sta di guardia come un carabiniere. Nel corridoio tra la porta d’ingresso e il bagno, con entrambe le porte spalancate, guarda sua moglie che si lava, e intanto urla. «Fulvia, fa in fretta, muoviti». Lei esce di corsa. Scalza, ancora con i capelli sgocciolanti, fasciata solo da un asciugamano. «Arrivo, arrivo». In pochi secondi sono entrambi sul marciapiede, finalmente fuori di casa. Fulvia si cambia in macchina, e poi apparecchia per cena. La tavola è una delle poche panchine che adornano i marciapiedi di via Nazionale.
C’è un paese che sembra alla fine del mondo ma dista soltanto 130 chilometri da Roma. E’ un paese dove si vive all’incontrario. Dove i cani vogliono dormire al chiuso, rintanati sotto i tavoli, e gli esseri umani nelle loro cucce, in giardino...
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"Giustizia è punire ma poi perdonare, Umanità è comprendere e aiutare"
TERREMOTO: CROLLO OSPEDALE L'AQUILA, ECCO GLI INDAGATI (2) (ANSA) - L'AQUILA, 6 OTT - Nel provvedimento con cui la Procura della repubblica dell'Aquila comunica ai sei indagati le informazioni di garanzia si sottolinea che gli stessi hanno commesso i presunti reati in cooperazione colposa con nove persone decedute. Si tratta di Vito D'Innocenzo, collaudatore statico; Antonio Ruberto, presidente della commissione collaudo; Vito Sanzo, componente commissione di collaudo; Federico Marini, componente della commissione di collaudo; Gaetano Del Vecchio, componente commissione di collaudo; Antonio Pascali, titolare dell'impresa che ha eseguito i lavori del primo, secondo e terzo lotto; Vincenzo Rossetti ingegnere capo dei lavori delle strutture del terzo lotto; Giuseppe Isernia, componente commissione di collaudo. Gli indagati e le persone decedute secondo quanto scritto dai Pm «nelle qualità e con le condotte commissive e omissive contestate, cagionavano il crollo parziale, con cedimento di strutture portanti o comunque cooperavano nel porre le condizioni del crollo parziale, con cedimento di strutture portanti dell'ospedale San Salvatore con particolare riferimento all'edificio 3 (zona ingresso del pronto soccorso) in cui si verificava il cedimento strutturale di numero 8 pilastri, dell'edificio 10 (zona Farmacia) con il cedimento strutturale di nove pilastri, e al muro di tamponamento esterno dell'edificio 3 sovrastante la zona ingresso carrabile del pronto soccorso, in mattoni a cortina della superficie complessiva di 60 metri quadrati posto a una altezza di 10 metri da terra, completamente crollato»
Sperem che sia solo l'inizio _________________
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Alla faccia dei terremotati: G8, nessuna azienda aquilana è nell’elenco dei fornitori di servizi ed infrastrutture
Sunday, October 24th, 2010 by Carla Liberatore
Svelato il ‘segreto di Stato’ sull’elenco delle ditte che hanno fornito servizi, infrastrutture e suppellettili nell’ambito del G8 dell’Aquila. Il sito della Protezione Civile ha pubblicato l’elenco delle ‘fortunate’ aziende che hanno potuto lavorare al G8, risalta subito agli occhi la completa assenza di aziende aquilane e non solo, non si può non notare l’ingente costo del summit, un totale di 55.589.954,41 €, niente male per un ‘congresso’ durato solo 3 giorni e dal quale pare che poco sia venuto fuori in termini di decisioni per gli aquilani fra i quali ed esempio ce ne sono molti che sono rimasti senza, casa, senza un lavoro e all’occorrenza che hanno pure dovuto ricominciare a pagare mutuo e tasse. C’è stato lavoro per tutti meno che per chi forse ne aveva più bisogno, mentre delegazioni di terremotati protestavano all’esterno delle mura della ‘città’ della Guardia di Finanza, inascoltati da chiunque ed in alcuni casi scacciati via dalla Polizia come fossero dei cani bastardi...
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_________________ Giorgio Gaber Un Uomo Giusto, l'Unico.
"Giustizia è punire ma poi perdonare, Umanità è comprendere e aiutare"
L'Aquila in piazza per non essere dimenticata
Invasione pacifica della zona rossa. LA CRONACA
Il corteo neroverde per chiedere garanzie sulla ricostruzione: 13 mila partecipanti per la questura, tra i 20 e i 30 mila secondo gli organizzatori. Centinaia le firme per la proposta di legge popolare per la ricostruzione della città. Pochi controlli ai varchi di accesso alle zone della città ancora chiuse e tanti aquilani vanno a rivedere le loro case chiuse dal 6 aprile del 2009...
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SOS l'Aquila chiama Italia.... la Valle di Susa Risponde!
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