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Enti Locali : giusto decentramento o spreco e clientelismo?
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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 14:06:06    Oggetto:  Enti Locali : giusto decentramento o spreco e clientelismo?
Descrizione: Regioni, Provincie, Comuni, Comunità Montane, Circoscrizioni...
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Su ispirazione di una piccola sotto-discussione off-topic nata sul thread dedicato all'energia nucleare, propongo di aprire un thread a proposito degli Enti Locali dove si concentra una notevole quantità di"malapolitica" spesso paragonabile se non superiore a quella del Governo centrale e del Parlamento.

Dicevamo delle Comunità Montane, su chi sosteneva che erano necessarie e chi no. A mio modesto parere sono uno spreco inutile, o comunque lo sono buona parte, e citavo le descrizioni fatte dal libro "La Casta" e un servizio fatto da una trasmissione televisiva (mi pare fosse "Report", ma non ne sono del tutto sicuro) sull'argomento.

Le Comunità Montane che funzione hanno? Ufficialmente quella di garantire lo sviluppo dei comuni montani che spesso soffrono di abbandono, incuira e spopolamento...uno scopo nobile, però mi chiedo, le funzioni di preservare i borghi montani non potrebbero essere semplicemente delegate ai singoli comuni, o in senso lato alle rispettive Provincie o Regioni? E' necessario creare enti appositi?

Sembra che questi enti, nati per delle giuste ragioni, siano diventate associazioni con lo scopo non troppo nascosto di distribuire incarichi che di fatto non prevedono alcuna attività, magari per piazzare parenti/amici/amanti e non so chi altro.
Questo lo si evince soprattutto andando a guardare ad esempio quante sono e come sono formate queste "Comunità Montane".

Prendevo ad esempio una comunità montana della mia regione, quella del Vomano,Fino e Piomba : 13 comuni, di cui il più elevato è a 563 metri s.l.m.....e pensare che fin dalle elementari ci insegnano che la montagna convenzionalmente inizia a quota 700 metri circa.
Ma è solo uno fra i tanti esempi.

In Liguria c'è una comunità montana con un nome straordinario : RIVIERA Spezzina!! Mr. Red
In questa comunità "montana" si possono ammirare due comuni con nomi chiaramente alpini : Deiva Marina e Monterosso al Mare, situati alla impervia quota di 15 metri s.l.m...

In Puglia, che è piatta come una tavola da surf, vi sono addirittura 5 comunità "montane" (in Puglia? Neutral ), di cui una, la "Murgia Tarantina", ha un'altitudine media di TRENTANOVE METRI sul livello del mare....che in pratica è inferiore all'"altitudine media" degli edifici in centro a Milano,....a questo punto avrebbe più senso creare una comunità montana "Centro di Milano" Twisted Evil
Questo fondamentale ente vanta un presidente, 6 assessori, 27 consiglieri, 3 amministrativi e addirittura (sembra una battuta, ma non lo è) 8 lavoratori "socialmente utili".
Facile immaginare quale sia l'attività dei dipendenti di una comunità montana senza montagna : ritiro dello stipendio. A spese della collettività.

Poi, c'è da considerare che ad esempio Sicilia e Sardegna le hanno soppresse, e lo aveva fatto anche la Puglia (anche se la legge è stata revocata)...quindi comunque se ne può fare anche a meno.
A questo punto verrebbe da chiedersi : ma queste "Comunità Montane", di preciso a che servono? Quale altro scopo, almeno per buona parte di esse, oltre a quello di distribuire cariche e stipendi?
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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 14:06:06    Oggetto: Adv






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la tigre della malora

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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 17:16:09    Oggetto:  
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Guarda, Saratoga, che se le leggi (in questo caso il TUEL, testo unico degli enti locali, ovvero D. Lgs. 267/2000) fossero applicate come si deve, non ci sarebbero certi dibattiti - che hanno una ragion d'essere, visto (anche) il successo de "la casta" e le periodiche discussioni su enti inutili et similia - e anche certa demagogia.

Le comunità montane sono definite negli artt. 27 e seguenti del TUEL, che cito

Citazione:
CAPO IV

Comunità montane

Art. 27

Natura e ruolo

1. Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra comuni montani e parzialmente montani, anche appartenenti a province diverse, per la valorizzazione delle zone montane per l'esercizio di funzioni proprie, di funzioni conferite e per l'esercizio associato delle funzioni comunali.

2. La comunità montana ha un organo rappresentativo e un organo esecutivo composti da sindaci, assessori o consiglieri dei comuni partecipanti. Il presidente può cumulare la carica con quella di sindaco di uno dei comuni della comunità. I rappresentanti dei comuni della comunità montana sono eletti dai consigli dei comuni partecipanti con il sistema del voto limitato garantendo la rappresentanza delle minoranze.

3. La regione individua, concordandoli nelle sedi concertative di cui all'articolo 4, gli ambiti o le zone omogenee per la costituzione delle comunità montane, in modo da consentire gli interventi per la valorizzazione della montagna e l'esercizio associato delle funzioni comunali. La costituzione della comunità montana avviene con provvedimento del presidente della giunta regionale.

4. La legge regionale disciplina le comunità montane stabilendo in particolare:

a) le modalità di approvazione dello statuto;
b) le procedure di concertazione;
c) la disciplina dei piani zonali e dei programmi annuali;
d) i criteri di ripartizione tra le comunità montane dei finanziamenti regionali e di quelli dell'Unione europea;
e) i rapporti con gli altri enti operanti nel territorio.

5. La legge regionale può escludere dalla comunità montana i comuni parzialmente montani nei quali la popolazione residente nel territorio montano sia inferiore al 15 per cento della popolazione complessiva, restando sempre esclusi i capoluoghi di provincia e i comuni con popolazione complessiva superiore a 40.000 abitanti. L'esclusione non priva i rispettivi territori montani dei benefici e degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione europea e dalle leggi statali e regionali. La legge regionale può prevedere, altresì, per un più efficace esercizio delle funzioni e dei servizi svolti in forma associata, l'inclusione dei comuni confinanti, con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, che siano parte integrante del sistema geografico e socioeconomico della comunità.

6. Al comune montano nato dalla fusione dei comuni il cui territorio coincide con quello di una comunità montana sono assegnate le funzioni e le risorse attribuite alla stessa in base a norme comunitarie, nazionali e regionali. Tale disciplina si applica anche nel caso in cui il comune sorto dalla fusione comprenda comuni non montani. Con la legge regionale istitutiva del nuovo comune si provvede allo scioglimento della comunità montana.

7. Ai fini della graduazione e differenziazione degli interventi di competenza delle regioni e delle comunità montane, le regioni, con propria legge, possono provvedere ad individuare nell'ambito territoriale delle singole comunità montane fasce altimetriche di territorio, tenendo conto dell'andamento orografico, del clima, della vegetazione, delle difficoltà nell'utilizzazione agricola del suolo, della fragilità ecologica, dei rischi ambientali e della realtà socio-economica.

8. Ove in luogo di una preesistente comunità montana vengano costituite più comunità montane, ai nuovi enti spettano nel complesso i trasferimenti erariali attribuiti all'ente originario, ripartiti in attuazione dei criteri stabiliti dall'articolo 36 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 e successive modificazioni.

Art. 28

Funzioni

1. L'esercizio associato di funzioni proprie dei comuni o a questi conferite dalla regione spetta alle comunità montane. Spetta, altresì, alle comunità montane l'esercizio di ogni altra funzione ad esse conferita dai comuni, dalla provincia e dalla regione.

2. Spettano alle comunità montane le funzioni attribuite dalla legge e gli interventi speciali per la montagna stabiliti dalla Unione europea o dalle leggi statali e regionali.

3. Le comunità montane adottano piani pluriennali di opere ed interventi e individuano gli strumenti idonei a perseguire gli obiettivi dello sviluppo socioeconomico, ivi compresi quelli previsti dalla Unione europea, dallo Stato e dalla regione, che possono concorrere alla realizzazione dei programmi annuali operativi di esecuzione del piano.

4. Le comunità montane, attraverso le indicazioni urbanistiche del piano pluriennale di sviluppo, concorrono alla formazione del piano territoriale di coordinamento.

5. Il piano pluriennale di sviluppo socioeconomico ed i suoi aggiornamenti sono adottati dalle comunità montane ed approvati dalla provincia secondo le procedure previste dalla legge regionale.

6. Gli interventi finanziari disposti dalle comunità montane e da altri soggetti pubblici a favore della montagna sono destinati esclusivamente ai territori classificati montani.

7. Alle comunità montane si applicano le disposizioni dell'articolo 32, comma 5.

Art. 29

Comunità isolane o di arcipelago

1. In ciascuna isola o arcipelago di isole, ad eccezione della Sicilia e della Sardegna, ove esistono più comuni, può essere istituita, dai comuni interessati, la comunità isolana o dell'arcipelago, cui si estendono le norme sulle comunità montane.


Ebbene, idealmente sono l'uovo di colombo: territori limitrofi che s'accordano per esercitare certe funzioni e contribuire al governo a livello locale del miglioramento delle condizioni delle varie comunità. Quindi il problema non sta, secondo me, nell'istituzione, ma nei suoi "componenti umani". Finché eleggeremo dei cialtroni, questi sprecheranno il denaro delle nostre tasse, nomineranno i loro figli e nipoti e amici a varie cariche eccetera.

(Anche) per queste cose - sintesi estrema - ritengo triste che abbiano successo sia le ruberie che i libri di Stella, mi sia permesso il paradosso.

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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 17:56:31    Oggetto:  
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In primis comunque mi chiedo, se appunto, non c'è la possibilità di delegare a Province e Regioni (a parte il discorso che si potrebbe fare sulle province) queste funzioni, anzichè costituire un ente apposito.


Citazione:

1. Le comunità montane sono unioni di comuni, enti locali costituiti fra comuni montani e parzialmente montani, anche appartenenti a province diverse, per la valorizzazione delle zone montane per l'esercizio di funzioni proprie, di funzioni conferite e per l'esercizio associato delle funzioni comunali.


Ma secondo me già questo articolo è troppo vago e permette ogni sorta di furberia : cosa identifica un come "montano" e soprattutto uno "parzialmente montano"? Quali sono i parametri?
Perchè così se ne approfittano tutti : ci sono intere comunità "montane" costituite da comuni solo "parzialmente montani" (a discrezione degli stessi ideatori poi?) e ce ne sono altre che comprendono anche i comuni per nulla montani, perchè sono "contermini".
Ragionando così, di contermine in contermine Aosta confina con Reggio Calabria.

La comunità della Murgia Tarantina ad esempio non ha neanche un comune "montano", e neanche di "parzilamente montani", dato che è in una piattissima pianura.

A proposito di enti locali, ma poi stavo notando una cosa, quando parlavamo del nucleare, e si citava l'articolo 117 e quelli successivi :

Citazione:

Art. 132
Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione d’abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.


1 milione di abitanti? E come fa ad esserci la regione Molise allora, staccatasi dall'Abruzzo e che conta a malapena 320.000 abitanti?

Allora aveva ragione Nonciclopedia :
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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 17:57:40    Oggetto:  
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Ho una opinione in merito e sarò molto breve. Visto che abbiamo comunità montane e unioni di comuni non sarebbe il caso di trasferire tutte le funzioni a queste eliminando le provincie? Tutti i dipendenti ai comuni e gestione di tutto alle unioni. Ad es. le scuole superiori sono malamente gestite dalle provincie, perché non darle in gestione ai comuni?
In Sardegna abbiamo una triste esperienza di comunità montane e di provincie, cosa fanno? Sagre ed altre amenità, gestiscono in modo pessimo le scuole, le strade e tutto ciò che hanno in mano. Perché stipendiare bene degli inetti che fuori dagli scranni non avrebbero mai quei lauti stipendi con benzina pagata sempre lautamente (tariffe ACI per alcuni un secondo stipendio)?
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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 18:10:39    Oggetto:  
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Fortza Paris ha scritto:
Ho una opinione in merito e sarò molto breve. Visto che abbiamo comunità montane e unioni di comuni non sarebbe il caso di trasferire tutte le funzioni a queste eliminando le provincie? Tutti i dipendenti ai comuni e gestione di tutto alle unioni. Ad es. le scuole superiori sono malamente gestite dalle provincie, perché non darle in gestione ai comuni?
In Sardegna abbiamo una triste esperienza di comunità montane e di provincie, cosa fanno? Sagre ed altre amenità, gestiscono in modo pessimo le scuole, le strade e tutto ciò che hanno in mano. Perché stipendiare bene degli inetti che fuori dagli scranni non avrebbero mai quei lauti stipendi con benzina pagata sempre lautamente (tariffe ACI per alcuni un secondo stipendio)?


Quoto. Personalmente sono per l'abolizione delle province e dei consigli circoscrizionali, la fusione di alcune regioni, il raggruppamento dei comuni, una definizione netta di compiti dello stato e di regioni e comuni. Lo dicevo in (almeno) un altro topic, il problema è "pratico": legge costituzionale, cambiamento (ad es.) del TUEL e delle leggi collegate, "spostamento" di personale tra enti, "spartizione" del patrimonio degli enti stessi eccetera. A farla facile e breve, almeno un paio d'anni. Ma finché non s'inizia...

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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 18:19:49    Oggetto:  
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Tocco con mano l'ignoranza dei consiglieri, spesso non controllano se i provvedimenti che stanno votando sono corretti normativamente. Prossimamente parlerò di questo.
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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 18:54:05    Oggetto:  
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Citazione:

Ho una opinione in merito e sarò molto breve. Visto che abbiamo comunità montane e unioni di comuni non sarebbe il caso di trasferire tutte le funzioni a queste eliminando le provincie?


Sono perfettamente d'accordo, è quelle che dicevo anch'io. Eliminazione delle Province, lo si programma da anni, ma ovviamente per ragioni elettorali e clientelari nessuno vuole farlo.
In Sardegna poi avete uno dei massimi esempi di questo spreco : recentemente le provincie sarde sono raddoppiate, passando da 4 a 8 senza che ce ne fosse alcuna necessità, se non quella di moltiplicare cariche elettive per gli amici.
E infatti se non sbaglio l'ex governatore Soru provò ad opporsi, ma vanamente.
E così ci si ritrova con una provincia come quella dell'Ogliastra che ha 58.000 abitanti....praticamente quanto il solo quartiere di Centocelle a Roma.. Neutral

Citazione:

Quoto. Personalmente sono per l'abolizione delle province e dei consigli circoscrizionali, la fusione di alcune regioni, il raggruppamento dei comuni, una definizione netta di compiti dello stato e di regioni e comuni. Lo dicevo in (almeno) un altro topic, il problema è "pratico": legge costituzionale, cambiamento (ad es.) del TUEL e delle leggi collegate, "spostamento" di personale tra enti, "spartizione" del patrimonio degli enti stessi eccetera. A farla facile e breve, almeno un paio d'anni. Ma finché non s'inizia...


Già....almeno 4 regioni si potrebbero togliere, a voler essere onesti...oltre a tutte le 110 provincie e qualche migliaio di comuni.
Sulle circoscrizioni non so, si possono anche lasciare, ma ovviamente solo a comuni di una certa dimensione (quelli sopra i 300.000 abitanti, ad esempio) e con competenze definite e senza gli eccessi a cui siamo abituati in Italia.

Il problema dei regolamenti di legge è quello più spinoso infatti...e personalmente, purtroppo credo che non si inizierà mai a fare una seria riforma degli enti locali : troppi interessi in gioco, troppi posti per trombati che andrebbero persi, sono sempre li a cercare nuovi posti, c'è sempre l'ostaggio di questo o di quest altro.
Per rendersi conto, l'abolizione delle Province era originariamente prevista nel programma del PDL, ma è stata abbandonata per le pressioni della Lega che di fatto vive sulla forza degli enti locali.
Da quel che vedo anzi stiamo assistendo ad un aumento progressivo : quando le studiai io alle elementari per la prima volta, le Province erano 102; ora sono 110.
E la cosa più incredibile è che ci sono in cantiere le proposte per 32 nuove province... Confused

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MessaggioInviato: Sab Feb 06, 18:55:10    Oggetto:  
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Fortza Paris ha scritto:
Tocco con mano l'ignoranza dei consiglieri, spesso non controllano se i provvedimenti che stanno votando sono corretti normativamente. Prossimamente parlerò di questo.


Non dirlo a me, che per lavoro ho a che fare non dico quotidianamente ma quasi con assessori e alti dirigenti. Taccio per carità di patria dei consiglieri, per riservatezza e segreto professionale non posso dir nulla o quasi, ma nel 90% dei casi sono dei gran cialtroni, indipendentemente dal partito d'appartenenza.

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MessaggioInviato: Gio Mar 04, 08:03:20    Oggetto:  
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Intanto,a proposito di enti locali...

Il governo pone la fiducia sul decreto enti locali

La decisione era nell'aria da ieri. Ma adesso è realtà. Il governo ha deciso di porre la fiducia sul decreto enti locali. A formalizzarlo davanti all'aula di Montecitorio è stato il ministro per i Rapporti con il parlamento Elio Vito. Il voto si terrà domani alle 12 mentre l'ok all'intero provvedimento dovrebbe arrivare martedì 9 marzo. Dopodiché il testo passerà al Senato per il via libera definitivo...

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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 20:47:05    Oggetto:  
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Ritorna per l'ennesima volta (e per la seconda volta in pochi giorni) il tormentone sulla tanto agognata abolizione delle provincie.

Dopo il decreto ridicolo di qualche giorno fa (quello che prevedeva privilegi per le provincie confinanti con stati esteri, per motivi che noi comuni mortali ovviamente non potremmo mai comprendere) e che è stato smentito dallo stesso Tremonti, ecco un nuovo emendamento, che probabilmente finirà con l'ennesima pagliacciata.

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Con questo decreto, che a me sembra un'enorme presa per il culo, le provincie abolite saranno appena 4 su 110, massimo 7, se proprio le altre 3 non riusciranno nella non difficile impresa di aggrapparsi al più minuscolo dei cavilli (chessò, magari sommando gli studenti fuori sede residenti) per poter continuare a pesare sul bilancio dello stato.
Si parla di abolizione delle provincie al di sotto dei 200.000 abitanti, che sarebbero 18, ma con le solite furbate e i vari distinguo si arriva appena a 4 : escluse quelle delle regioni a Statuto Speciale, escluse quelle con territorio montano....è incredibile come la Lega riesca a inventarsi di tutto per salvare i suoi posti di potere Laughing

Ma in primis mi chiederei, fermo restando che sarebbe meglio abolirle tutte, ma è normale fare la soglia a 200.000 abitanti, quando ci sono almeno 10 comuni nel paese che superano di gran lunga questo numero di abitanti?
Cioè, già portando il limite minimo a 300.000 e senza nessun distinguo se ne eliminerebbero già 38, in più togliendo quelle inutili in quanto difatto estensioni di comuni molto grandi, come Roma, Napoli, Milano, Torino, Genova per cui già esiste l'idea di trasformarle in Aree Metropolitane, saremmo già con un totale di 67 provincie e un risparmio comunque non indifferente.

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MessaggioInviato: Mar Giu 08, 22:28:13    Oggetto:  
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Carta delle autonomie, non solo Province: ecco le misure previste
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Secondo voi questa carta cosa comporta? Non ci vedo molto di buono!

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MessaggioInviato: Gio Giu 10, 18:17:00    Oggetto:  
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Indietro tutta sul taglio delle piccole province
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tutto fumo negli occhi! eheheh lo sapevo! Mr. Green

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kitiaram ha scritto:
Indietro tutta sul taglio delle piccole province
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tutto fumo negli occhi! eheheh lo sapevo! Mr. Green


Come Volevasi Dimostrare.....tutto come previsto nei precedenti post sisi sisi

Ennesima presa per il culo, le provincie riescono ancora una volta a sopravvivere e a falcidiare i già fragili bilanci statali.
Come era prevedibile, in questa ennesima retromarcia ci ha messo ovviamente le mani Umberto Bossi, che col suo partito vive praticamente di enti locali. Fosse per la Lega, ci sarebbe un governo autonomo (con tanto di inno, bandiera ed esercito) per ogni singolo quartiere di ogni singolo borgo di questo paese.
Questi qui non conoscono vergogna comunque, sarebbe questo un ulteriore motivo per mandarli a casa frusta

La cosa più triste è che probabilmente l'elettorato PDL non ci farà neanche troppo caso, magari con la scarsa informazione che gira tutti quanti finiranno per ricordarsi qualcosa, che il governo qualcosa per le provicnie aveva fatto, come scritto nel programma, e che se qualcosa poi non si è realizzato, è colpa della sinistra che si è messa di mezzo. Mad
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MessaggioInviato: Mar Mag 08, 00:48:23    Oggetto:  
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Almeno una buona notizia su questo fronte, fortunatamente i sardi hanno deciso, almeno di loro, di sbarazzarsi delle 4 province nate nel 2004, per motivi che mai nessuno ha capito.

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Incredibile a dirsi, ma c'erano anche delle correnti di pensiero a sostegno delle 4 inutile province nuove, non oso immaginare con quali argomenti. A capo del movimento pro-province inutili e dannose uno del PD, ovviamente. Che come al solito ci ha visto giusto : il referendum ha avuto il 97 % di si. Considerando l'affluenza al 35 % in media, si può dire che a votare contro l'abolizone siano stati consiglieri provinciali e loro amici e parenti. Votato anche per la riduzione del numero e degli stipendi dei consiglieri regionali. Un vero e proprio referendum anticasta. E ora voglio sentirli a parlare di demagogia e populismo.

A quanto pare avremmo presto 4 province in meno, ritornando a 106. Speriamo che sia solo l'inizio.

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MessaggioInviato: Lun Nov 12, 16:49:31    Oggetto:  
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E' di questi giorni l'approvazione del decreto sul riordino delle province voluto dal governo Monti. Sembra di poter dire finalmente "Era ora!" dopo decenni e promesse a vuoto.
Ma sarà davvero una buona cosa? Ammesso e non concesso che stavolta ci si riesca davvero (le province negli anni hanno dimostrato di saper resistere a tutto), si notano alcune curiosità in questo riordino amministrativo.

Primo : le regioni a statuto speciale non vengono toccate. Il che è abbastanza curioso, visto che è spesso li che avvengono i maggiori sprechi.
Secondo : Ci sono ben 3 regioni in cui resta una sola provincia che, ovviamente, va a coincidere con l'intera regione. Qual'è la logica di ciò? E' necessaria una laurea alla Bocconi per capirlo, o ci possono arrivare tutti? Cioè quindi adesso abbiamo le regioni Umbria, Molise e Basilicata e ognuna praticamente ha al suo interno una provincia che ha giurisdizione sull'intera Regione.

Non sarebbe più logico a quel punto abolire del tutto l'istituto provinciale per queste 3 regioni, oppure abolire direttamente le regioni in questione (tutte relativamente poco popolate) e lasciarle come province da accorpare ad altre Regioni?

Ma anche altre regioni vengono lasciate con un numero di province abbastanza esiguo e con estensioni e popolazioni notevoli. Per esempio per la mia regione, l'Abruzzo, che passerebbe da 4 a 2 province : ma che senso ha? Si creerebbe una provincia enorme che andrebbe dalla cima del Gran Sasso alla costa, con i punti più interni che sono a 40 km da Roma e a più di 100 km dall'Adriatico (in linea d'aria), con i 2 capoluoghi (perchè non si è definito bene se sarà uno o tutti e 2) a 60 km di distanza stradale. Cioè, in pratica si forma una provincia che per dimensioni (diventerebbe la seconda più grande d'Italia), paesaggi e distanze equivale di fatto ad una regione...quindi di preciso, che scopo ha dividerla in due? O si lasciano le 4 province attuali, che per popolazione sono abbastanza simili, o si aboliscono del tutto : dimezzare il territorio così non serve a niente.

I tecnci al governo dovrebbero essere abbastanza intelligenti da capire che si, il criterio più ovvio per decidere quali abolire è quello demografico e poi quello territoriale, ma non basta mettere un limite arbitrario e poi tagliare tutto quello che sta sotto. Bisogna anche valutare come è possibile accorpare, cosa ci sta intorno.

Esempio sulla riduzione dei Comuni. Facile dire : togliamo solo quelli sotto tot abitanti, per esempio mille. Ma bisogna considerare anche altro : per esempio Ventotene ha 743 abitanti, ma si trova su un'isola a 45 km dalla costa...un po' difficile accorparlo ad un altro municipio. Invece per dire, Segrate, pur avendo oltre 34.000 abitanti, potrebbe tranquillamente diventare frazione o quartiere essendo totalmente integrato nell'agglomerato urbano di Milano da cui non si distingue se non sulla carta.
Considerazioni simili andrebbero fatte anche sulle Province. Non ci hanno pensato, i tecnici? Su questo bisognerebbe concentrare la contrarietà. E invece vedo che le proteste contro questi tagli vertono su assurdità campanilistiche e argomenti da cinepanettone stile rivalità Pisa-Livorno Shocked ...ma usare semplicemente un po' di raziocinio?

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